Amstel Gold Race 2025, Mattias Skjelmose incredulo per la vittoria: “Non so come sono riuscito a batterli, ero al limite ed ero già molto felice del podio”

È un Mattias Skjelmose incredulo quello che si presenta ai microfoni dei giornalisti dopo l’arrivo dell’Amstel Gold Race 2025. Il corridore della Lidl-Trek ha colto una splendida vittoria nella Classica della Birra compiendo una vera impresa, dato che è riuscito a mettersi alle spalle due fenomeni del calibro di Tadej Pogačar (UAE Team Emirates XRG) e Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step), regolati in uno sprint a tre. In precedenza, il 24enne danese era stato protagonista andando all’inseguimento dello sloveno a una trentina di chilometri dal traguardo, venendo poi raggiunto dal belga e riuscendo a restare alla sua ruota fino al ricongiungimento con il campione del mondo, avvenuto a 8000 metri dalla conclusione. L’epilogo in volata ha poi quindi visto il nativo di Copenhagen avere la meglio in rimonta, superando Pogačar di meno di mezza ruota per andare a conquistare un successo che ricorderà a lungo.
Congratulazioni: è il miglior risultato della tua carriera?
Direi di sì. Cioè, non so cosa sia più importante, se il Giro di Svizzera o l’Amstel, a livello di prestigio, ma i corridori che ho battuto oggi lo rendono il più grande e di sicuro il migliore.
Come sei riuscito a batteri?
Non ne ho idea. Vorrei potertelo dire e vorrei poterlo fare ad ogni gara, ma non ne ho la più pallida idea, perché negli ultimi 50 chilometri ero al limite e ho dovuto chiedere tante volte: “Per favore, tira su tutte le salite, perché se tiro io mi stacco”.
Come hai gestito lo sprint?
Ho provato a prendere un po’ di distacco e a lanciarmi sul lato destro perché il vento veniva da sinistra, ma Remco mi ha anticipato e quindi ho dovuto andare a tutta sul lato sinistro. Ho fatto il miglior sprint possibile, come sempre, ma non so davvero cosa sia successo.
Come hai gestito l’inseguimento con Remco dietro a Tadej?
Non so come ci sono riuscito, ho tirato quello che potevo senza esplodere. Sicuramente più brevemente e molto meno forte di Remco, che è stato l’unico motivo per cui siamo riusciti a prenderlo. Ero davvero al limite sin da quando avevo attaccato sul Keutenberg e ho dovuto dirgli molte volte di tirare in salita perché ero al limite.
Battere Remco e Pogacar è un traguardo incredibile.
Davvero, non avrei mai potuto immaginarlo. Anche quando siamo arrivati in cima al Cauberg sono andato in testa solo per tenere il gruppo dietro a distanza, perché ero già molto felice del podio ed ero così al limite che ho pensato che il terzo posto sarebbe stato il miglior risultato.
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